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Negoziati TTIP: editoria esclusa dall’“eccezione culturale”

pubblicato il in Comunicati 2015

Uno spettro si aggira per l’Europa”: se il Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti tra Unione Europea e Stati Uniti passerà così come viene discusso al momento, senza fare dell’editoria un’esplicita «eccezione culturale», i Paesi europei rischiano di non poter più sussidiare né proteggere in alcun modo la loro produzione letteraria. Con questo comunicato, apparso in lingua inglese sul sito del CEATL, proviamo a spiegarvi perché questo è un problema.

Bruxelles, febbraio 2015

Negoziati TTIP, l’allarme del Consiglio Europeo delle Associazioni di Traduttori Letterari: editoria esclusa dalla cosiddetta “eccezione culturale”

In rappresentanza di diecimila traduttori letterari di 29 Paesi europei, il CEATL esorta senz’altro le parti coinvolte nei negoziati in corso tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti d’America sul Trattato Transatlantico per il Commercio e gli Investimenti (TTIP) a porre la massima attenzione ai seguenti punti, che destano grande preoccupazione in tutti i soggetti interessati alle letterature europee e al valore culturale che esse rivestono.

1) A oggi, l’editoria risulta esclusa dalla cosiddetta “eccezione culturale”: dunque rientra nell’ambito di discussione dei negoziatori. Secondo tale mandato, ufficialmente reso noto al pubblico nell’ottobre 2014, non ci sarebbe alcuna intenzione di asservire il sostegno e la promozione della cultura europea a intese commerciali potenzialmente dannose: L’accordo non conterrà disposizioni che possano pregiudicare l’eterogeneità culturale e linguistica dell’Unione e dei suoi Stati membri … né impedire all’Unione e agli Stati membri di mantenere in vigore politiche e misure a sostegno del settore culturale, data la sua particolare importanza all’interno dell’UE e degli Stati membri. L’accordo non limiterà la facoltà dell’Unione e degli Stati membri di attuare politiche e misure che riguardino allo sviluppo di questo settore, soprattutto in ambito digitale. Oltre a questo, il CEATL fa notare che il medesimo mandato enuncia con chiarezza l’obbligo di osservare la Convenzione Unesco sulla Diversità Culturale. Tutto questo appare senz’altro rassicurante: e tuttavia, non pochi saranno sorpresi nell’apprendere che, secondo gli effettivi termini di deroga dalle norme del redigendo trattato commerciale, le tutele previste dal mandato stesso si applicano esplicitamente solo ai prodotti audiovisivi (art. 7, p. 21: Il presente capitolo non riguarda i servizi audiovisivi). Dell’editoria non si fa alcuna menzione: anzi in TTIP and Culture, un documento del luglio 2014, la stessa Commissione afferma che Stampa ed editoria – cioè i principali mezzi tramite cui si attuano la creazione, la condivisione e la fruizione della cultura europea – costituiscono dei servizi d’impresa e non un settore culturale. Se questo significa che la Commissione s’impegna a osservare la Convenzione Unesco per alcuni segmenti della diversità culturale, ma non per tutti, allora il CEATL è obbligato a riaffermare che la letteratura è un elemento essenziale di questa diversità culturale, e che l’editoria, insieme ad altri settori culturali, deve essere esclusa dall’ambito del Trattato.

2) Perché la mancata esclusione rappresenta una minaccia per l’editoria e la letteratura in Europa? Dati i trascorsi e perentori richiami, da parte statunitense, al “principio del trattamento nazionale” (TRIPs) sui mercati europei, è ragionevole temere che in un comune mercato transatlantico per stampa ed editoria i sussidi nazionali e altre forme di promozione della cultura possano venire contestati da quella stessa parte; e in effetti il mandato negoziale prevede l’inserimento, nell’accordo, di clausole di “trattamento nazionale”. Nel citato documento TTIP and Culture la Commissione afferma ripetutamente che tali preoccupazioni sono infondate, specie riguardo alla fissazione del prezzo dei libri: ma su questo punto il documento stesso si contraddice più volte. A p. 6 apprendiamo che le autorità nazionali resteranno libere di operare distinzioni fra enti nazionali ed esteri circa i fondi a sostegno delle attività culturali, ma dall’inizio alla fine si ripete in più di un’occasione – in linea con il mandato negoziale – che il TTIP tollererà misure strutturali a protezione e promozione della cultura solo se queste non saranno discriminatorie. Fra tante contraddizioni, va sottolineato che la promozione della cultura non può mai essere non-discriminatoria. Se anche norme nazionali come quelle sui prezzi fissi fossero egualitarie, nel senso di una loro applicabilità sia ai titoli nativi che a quelli stranieri, queste avrebbero comunque degli effetti discriminatori sul mercato: ad esempio potrebbero rafforzare politiche e livelli di prezzo a indiretto beneficio di imprese editoriali europee che altrimenti verrebbero agevolmente schiacciate da imprese statunitensi. Alla luce di questi effetti indiretti è assai difficile, in materia di promozione culturale, distinguere tra politiche egualitarie e discriminatorie. Il punto preoccupa particolarmente rispetto alla novità di una composizione diretta del contenzioso nazione-impresa: il TTIP parrebbe fornire a potenti rivenditori statunitensi come Amazon non solo i moventi, ma anche i mezzi legali per impedire agli Stati membri dell’UE di proteggere e promuovere le rispettive letterature nazionali. Con esiti ovviamente disastrosi, non solo per il prezzo dei libri ma anche per altri strumenti di promozione culturale come il PLR (diritto di prestito pubblico). In molti Paesi europei, i compensi da PLR sono riservati agli autori di lingua nazionale, e il PLR è una politica culturale attivamente promossa dall’Unione: ma non è affatto egualitaria. E dati questi timori, le rassicuranti affermazioni secondo le quali il TTIP non rappresenta un pericolo per la cultura risultano poco convincenti, anche per le letterature dell’Europa. Il CEATL invoca dunque l’inclusione del settore librario-editoriale negli ambiti esonerati dal Trattato, e chiede inoltre alla Commissione di riaffermare con la massima chiarezza il valore legale di protezioni e sussidi all’attività letteraria.

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